La fossa è fredda, rossa. E’ a misura.
Una gola spalancata che inghiotte anime
come grilli.
Il vento la penetra come un amante
le bianche radici puritane
mostrano denti guasti e ingioiellati
simili a piccoli soli.
I’osso riconosce l’ultima casa, con ancora
tutta la carne addosso
l’illusione è un orologio inesatto
in mezzo alle nuvole cambia colore, vaneggia
mentre osserva il coricarsi del viaggiatore
nell’esiguo rettangolo.
Gelida certezza e gelido il raggiungimento
di una qualsiasi destinazione,
di vivere in un luogo
con nient’altro che garofani addosso.
Anche questa bellissima,fatti viva Cristina!Ho promesso ai miei lettori le tue poesie!
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